La megalopoli degli Emirati si candida a diventare il nuovo centro nevralgico del digitale mondiale, a metà tra Europa e Asia
Secondo il sito Magnitt, una delle principali fonti d’informazione dell’area del Golfo, gli investimenti negli Emirati Arabi Uniti dello scorso anno, tra gli incubatori che danno la spinta iniziale alle imprese tecnologiche e gli accelleratori che hanno l’obiettivo di far crescere le aziende avviate, hanno superato i 100 milioni di dollari, per una popolazione di appena 10 milioni di abitanti, contro ad esempio i 750 milioni dell’Italia, che ha una popolazione 6 volte più numerosa.
La settimana lavorativa di quattro giorni
Anche sulla scia di questa visione di diventare la Silicon Valley dell’Euro-Asia, Dubai a partire dal prossimo anno cambia addirittura il suo weekend, dal tradizionale venerdì e sabato, cominciando la settimana di domenica, come è sempre stato nel mondo arabo, all’occidentale sabato e domenica festivi, ma aggiungendo anche il venerdì come semifestivo e facendo così degli Emirati Arabi Uniti il primo paese, che è anche una super potenza economica, ad adottare ufficialmente, con una legge di stato, la settimana lavorativa breve fatta di 4 giorni, dal lunedì al giovedì. È l’ultimo step della campagna per attrarre a Dubai i cervelli e le migliori startup innovative al mondo, anche quelle italiane che qui in Medioriente godono di una altissima reputazione.
Nuove figure professionali
Gli Emirati Arabi Uniti hanno stanziato un imponente campagna di comunicazione e finanziaria per attrarre e far aprire su Dubai i progetti più interessanti. “Ma bisogna essere presenti sul territorio, partecipare alle fiere e avere occasioni di networking con gli stakeholders locali” ci spiega Gianluca Marano, founder e CEO di SVA Group, che da molti anni è presente sul territorio emiratino e che ha lanciato la figura dell’External Export Manager, che si occupa di trovare contatti e partner commerciali e cura poi le relazioni con gli stessi. “Siamo molto più di un consulente – dice Marano – SVA Group è un ufficio estero direttamente nel mercato di Dubai. Siamo un External Export Manager, nel senso che operiamo da remoto, con un team su Dubai, ma è come se fossimo parte integrante della startup”.
Mille nuove aziende tech in cinque anni
Il Piano Economico 5050 di recente vagliato in UAE vuole trasformare il tessuto economico del paese da industria pertrolifera e di servizi ad essa legata, in una economia digitale incentrata sulla tecnologia e l’innovazione. Il Dubai Future, che ha un fondo iniziale di oltre 240 milioni di euro ma che arriverà gradualmente fino a 1 miliardo per supportare le startup tecnologiche con base a Dubai, ha l’obiettivo di fare della città un ambiente in grado di attrarre i talenti ed avere 1.000 aziende tecnologiche attive sul territorio nei prossimi cinque anni. Dubai ha ricevuto una incredibile spinta dall’Expo, prima esposizione universale svoltasi in Medioriente ed evento più citato su Twitter nel 2021: nonostante la pandemia ancora in corso ha superato i 6 milioni e mezzo di visite. Lo scorso 2 dicembre si è svolto anche il Giubileo degli Emirati Arabi Uniti, un paese che solo 50 anni fa non esisteva e oggi immagina e crea il futuro. Anche per questo l’Unesco ha scelto questa data, giorno dell’anniversario della fondazione emiratina, come Giornata Internazionale del Futuro, invitando a seguire l’esempio di Dubai nella lungimiranza di adottare politiche rivolte alle prossime generazioni.