Nuovo anno, nuove prospettive e nuovi obiettivi per le imprese italiane impegnate nell’export internazionale!
Anche se non conosciamo con precisione il valore dell’export totale Made in Italy nel 2023, sulla base degli ultimi dati possiamo l’anno si è chiuso con un risultato positivo, raggiungendo il valore di 626 miliardi di euro, in crescita del 4,5% rispetto al 2022 e superando il livello pre-pandemico del 2019.
Tuttavia, questo trend è stato caratterizzato da una forte volatilità, con una fase di rallentamento a partire da aprile e una ripresa solo negli ultimi mesi dell’anno. Previsioni 2024? Al momento sono incerte, soprattutto a causa dei fattori macroeconomici e geopolitici che influenzano la domanda internazionale, come il calo della Germania, il nostro principale partner commerciale e l’aumento dell’inflazione.
In questo scenario, quali sono le opportunità e le sfide per le imprese italiane che vogliono esportare i loro prodotti e servizi all’estero? Quali sono i settori e i mercati più promettenti? Quali sono le strategie e gli strumenti più efficaci per competere sul piano internazionale? Con questo primo articolo del 2024, cercheremo di rispondere a queste domande, basandoci su dati e analisi pubblicati da SACE, la società pubblica specializzata nel supporto alle imprese, e di Coldiretti, la principale organizzazione degli imprenditori agricoli italiani.
Le opportunità commerciali dell’economia sostenibile
Uno dei settori più dinamici e in crescita nel commercio mondiale è quello dei beni ambientali e sostenibili, ovvero i prodotti e le tecnologie che contribuiscono alla protezione dell’ambiente e alla riduzione delle emissioni di gas serra. Un mercato nuovo ma in rapida crescita, che vale circa 1.000 miliardi di euro a livello globale e che è atteso in aumento del 6,5% nel 2023, secondo le stime di SACE.
L’Italia gioca un ruolo importante in questo contesto e imprese italiane che operano nel settore hanno ampie opportunità di sviluppo sui mercati internazionali, grazie alla qualità e all’innovazione dei loro prodotti, alla crescente domanda da parte dei consumatori e delle istituzioni e agli incentivi e normative che favoriscono la transizione verso un’economia più verde e circolare.
Dove esportare?
Tra le aree geografiche più interessanti per le esportazioni Made in Italy, spicca la regione dell’Asia Pacifico (Apec), che si è confermata anche nel 2023 la più dinamica a livello globale per le vendite italiane.
Per il prossimo triennio, si prevede un incremento più contenuto delle esportazioni nell’Asia Pacifico (+3,9% in media), in linea con le aspettative di un moderato rallentamento della crescita della regione. Tuttavia, ci sono alcuni Paesi che si distinguono per il loro potenziale e le loro opportunità. Tra questi, troviamo la Cina, gli Emirati Arabi Uniti, l’India e il Vietnam.
La Cina è il nostro secondo mercato di destinazione dopo la Germania, con un valore di 22 miliardi di euro nel 2023, in crescita del 4,2% rispetto al 2022. Per il 2024, si prevede una crescita del 3,4% delle vendite in Cina, con una maggiore domanda di prodotti ad alto valore aggiunto e di qualità, in linea con le tendenze del mercato cinese.
Il commercio fra Italia e EAU ha toccato, nei primi sei mesi del 2023, 3,2 miliardi di euro, con un aumento del 12.6% rispetto al 2022. L’Italia è il secondo fornitore europeo del Paese e questo è un dato molto significativo tenendo anche conto del fatto che gli EAU hanno una previsione di aumento del pil del 4% per il 2024.
Per quanto riguarda l’India possiamo confermare che è un mercato dal grande potenziale per le imprese italiane, grazie alla sua dimensione, alla sua crescita economica e alla sua apertura commerciale. Il Vietnam è una delle geografie più promettenti nell’area. Il Bel Paese esporta in Vietnam soprattutto beni intermedi, come prodotti chimici, metalli e tessuti, ma anche beni di consumo, come abbigliamento, calzature e alimentari. Per il prossimo triennio, si prevede una crescita dell’export italiano nel Paese del 5,6% nel 2024 e dell’8,8% in media nel 2025-26.
Agroalimentare italiano: un record storico
Un settore che ha dimostrato una grande capacità di adattamento e di innovazione è sicuramente quello agroalimentare, che ha raggiunto nel 2023 il valore record di 64 miliardi di euro, con una crescita del 6% rispetto al 2022 e del 18% rispetto al 2019. Si tratta di un risultato eccezionale, che testimonia la qualità e la diversità dei prodotti italiani, apprezzati in tutto il mondo per il loro gusto, la loro sicurezza e la loro sostenibilità.
L’agroalimentare italiano rappresenta il 10% dell’export complessivo, con una quota in aumento rispetto al 9% del 2019. Il principale mercato di destinazione è l’Unione Europea, che assorbe circa il 67% delle esportazioni, ma ben il 33% è con la Germania, la Francia e gli Stati Uniti, che si classificano come i partner di maggior rilievo. I prodotti più esportati ci sono vini, formaggi, salumi, olio d’oliva, pasta, dolci, prodotti ortofrutticoli.
Tra i mercati emergenti ci sono Cina, Giappone, Canada, Regno Unito ed Emirati Arabi Uniti, che hanno mostrato una forte crescita delle importazioni di prodotti agroalimentari italiani nel 2023.
Export digitale: una leva per le PMI italiane
Negli ultimi mesi si è spesso sentito parlare dell’export digitale, ma cosa comporta e quali sono le opportunità per le imprese italiane che vogliono utilizzare questo metodo?
Si tratta di una modalità di commercio che può consentire alle piccole e medie imprese italiane di ampliare la loro presenza e la loro competitività sui mercati mondiali, sfruttando le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e dalle piattaforme digitali.
Attualmente l’ultimo dato disponibile risale al 2022 dove, l’export digitale ha raggiunto quota 18,7 miliardi di euro nel B2C (Business to Consumer) e 175 miliardi di euro nel B2B (Business to Business). Tra i settori più dinamici nell’export digitale italiano troviamo Food (10,1 miliardi di euro), Fashion (2,6 miliardi di euro) e Forniture (1,3 miliardi di euro).
Quali sono i vantaggi del digital export?
Le imprese italiane possono ottenere numerosi vantaggi, tra cui:
- Aumento della visibilità. Permettendo alle imprese di raggiungere un pubblico più ampio e diversificato rispetto ai canali tradizionali, sfruttando la potenza del web e dei social media.
- Riduzione dei costi. Attraverso investimenti inferiori rispetto alle altre forme di internazionalizzazione, come la partecipazione a fiere o l’apertura di sedi fisiche all’estero.
- Miglioramento della propria immagine aziendale. Consentendo alle imprese di costruire una reputazione online solida e positiva, valorizzando la qualità e l’unicità dei propri prodotti.
- Fidelizzazione dei clienti. Il digital export favorisce la creazione di relazioni durature con i clienti esteri, grazie alla possibilità di offrire assistenza, supporto e informazioni in modo rapido e personalizzato.
- Innovazione del business. Stimolando le imprese italiane a migliorare continuamente i propri processi, i propri prodotti e i propri servizi, adeguandosi alle esigenze e alle aspettative dei mercati esteri.
Anche per il 2024 ci aspettiamo una crescita sostenuta del digital export, che richiede però un impegno costante da parte delle imprese italiane di investire nella digitalizzazione, nell’innovazione, nella formazione e nella promozione dei propri prodotti e servizi, per cogliere le opportunità offerte dall’export digitale e affrontare le sfide della concorrenza globale.
Quali sono le sfide dell’export per le PMI Italiane?
Esportare nei mercati esteri è sicuramente un viaggio entusiasmante e ricco di opportunità per tutte le imprese Made in Italy che desiderano dare uno slancio al proprio business. Questo percorso, seppur importante e decisivo per i propri fatturati aziendali non è libero da ostacoli e difficoltà.
Spesso gli imprenditori, se non adeguatamente seguiti da export manager esperti si ritrovano a dover superare ostacoli come:
- Difficoltà di reperire e assumere personale specializzato in materia di esportazioni, che possa gestire le attività di marketing, vendita, logistica, contrattualistica e assistenza sui mercati esteri.
- Scarsa conoscenza dei mercati esteri, delle loro caratteristiche, opportunità, normative e preferenze dei consumatori, che richiede una maggiore informazione, formazione e consulenza.
- La necessità di adattare il prodotto al mercato di destinazione, in base alle specifiche richieste e alle norme vigenti.
- Mancanza di una strategia di export digitale, che sfrutti le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e dalle piattaforme online e di conseguenza diversificare i canali di vendita e personalizzare l’offerta.
- Barriere linguistiche, che ostacolano la comunicazione e la negoziazione con i clienti, i fornitori, i partner e le autorità locali.
- La mancanza di un partner adeguato, che possa facilitare l’accesso e la penetrazione dei mercati esteri, offrendo servizi di distribuzione, rappresentanza, assistenza e consulenza.
Come superare tutte queste difficoltà?
Attraverso un piano di internazionalizzazione mirato e specifico per i tuoi obiettivi aziendali, raggiungere i mercati esteri diventa facile!
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