L’export Made in Italy è una delle forze trainanti dell’economia italiana grazie alla qualità e alla varietà dei prodotti che esprime. Tuttavia, per mantenere e rafforzare la sua posizione sui mercati internazionali, il Made in Italy deve saper affrontare le sfide e le opportunità che derivano dalla transizione energetica e dalla digitalizzazione, due processi che stanno cambiando il modo di produrre e di consumare nel mondo.
La transizione energetica: un’opportunità per le imprese italiane che puntano sulla sostenibilità
La transizione energetica è il passaggio da un sistema basato su fonti di energia fossili a un sistema basato su fonti di energia rinnovabili, con l’obiettivo di contrastare il cambiamento climatico. Si tratta di un processo che coinvolge tutti i settori dell’economia e che richiede investimenti, innovazione e cooperazione internazionale.
L’impegno Made in Italy nella transizione energetica
L’Italia è uno dei Paesi leader nella produzione e nell’esportazione di beni ambientali, ovvero quei beni che contribuiscono alla protezione dell’ambiente, alla gestione delle risorse naturali e alla riduzione dell’impatto ambientale delle attività umane. Questi beni comprendono ad esempio le tecnologie per le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, il riciclo dei rifiuti, il trattamento delle acque, la mobilità sostenibile e la bioeconomia.
Secondo i dati del Rapporto Export 2023 di Sace, nel 2023 i beni ambientali rappresenteranno quasi il 10% del totale esportato dall’Italia e quelli a basse emissioni di carbonio (LCT) oltre il 5%. L’Italia si conferma così come il secondo esportatore europeo di beni ambientali, dopo la Germania, con un valore di 60 miliardi di euro nel 2021. L’export italiano di questi beni è previsto crescere a un ritmo superiore a quello complessivo nei prossimi anni, grazie anche alle politiche europee e nazionali di sostegno alla transizione verde.
La transizione energetica rappresenta quindi un’opportunità per le imprese italiane, che possono offrire soluzioni innovative e competitive per rispondere alla domanda globale di beni e servizi legati alla sostenibilità ambientale.
Per cogliere questa opportunità, le imprese devono però affrontare alcune sfide come la concorrenza internazionale, l’adeguamento delle normative, la gestione dei costi delle materie prime e la diversificazione dei mercati di sbocco.
La digitalizzazione: una leva per l’innovazione e la competitività del Made in Italy
La digitalizzazione è l’utilizzo delle tecnologie digitali per trasformare i processi, i prodotti e i modelli di business delle imprese. Si tratta di un fenomeno che riguarda tutti i settori dell’economia e che ha implicazioni sia sul lato dell’offerta che su quello della domanda.
La digitalizzazione offre alle imprese italiane la possibilità di innovare i propri prodotti e servizi, migliorando la qualità, la personalizzazione e la differenziazione rispetto ai concorrenti. Inoltre, la digitalizzazione consente alle imprese di ottimizzare i propri processi interni ed esterni, aumentando l’efficienza, la produttività e la flessibilità, aprendo nuove opportunità di accesso ai mercati internazionali, grazie anche all’utilizzo di piattaforme online, canali digitali e strumenti di marketing digitale.
Tra le tecnologie digitali più avanzate e promettenti troviamo l’intelligenza artificiale (IA). L’AI può rappresentare uno strumento strategico per lo sviluppo delle imprese in un mondo sempre più interconnesso, soprattutto nel campo dell’export. L’AI può infatti accrescere la capacità previsionale delle vendite, ottimizzando il collegamento tra i processi decisionali interni all’impresa e i fattori esogeni incerti e non prevedibili dei mercati. Inoltre, l’IA può aiutare a superare le barriere linguistiche, grazie a strumenti di traduzione che facilitano la comunicazione con i clienti stranieri, soprattutto per i venditori che hanno un e-commerce.
Made in Italy e Digitalizzazione
L’Italia ha adottato il Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale (IA) 2022-2024 caratterizzato da sei obiettivi e declinato in 24 politiche volte a rafforzare il sistema di IA italiano, attraverso la creazione e il potenziamento di competenze, ricerca, programmi di sviluppo e applicazioni dell’IA.
Secondo i dati dell’Osservatorio Intelligenza Artificiale della School of Management del Politecnico di Milano, il mercato dell’IA in Italia nel 2022 ha registrato una crescita del 32%, il tasso più alto da quando l’Osservatorio ha avviato la stima (nel 2018). Si è così raggiunta la cifra di 500 milioni di euro, di cui il 73% commissionato da imprese italiane (365 milioni di euro) e la quota restante come export di progetti. Inoltre, oltre 6 grandi imprese su 10 hanno già avviato almeno un progetto di IA.
La digitalizzazione rappresenta quindi una leva strategica per l’innovazione e la competitività del Made in Italy, che può sfruttare le proprie eccellenze e il proprio know-how per creare valore aggiunto e differenziarsi sui mercati globali. Per fare questo, le imprese devono però superare alcuni ostacoli, come la carenza di competenze digitali, la resistenza al cambiamento, la scarsità di risorse finanziarie e la complessità normativa.
Come superare gli ostacoli?
La transizione energetica e la digitalizzazione sono due processi che stanno cambiando il mondo e che offrono alle imprese italiane nuove opportunità di crescita e di sviluppo nei mercati esteri. Per coglierle, le imprese devono investire in innovazione, sostenibilità e internazionalizzazione, contando sul supporto delle istituzioni, degli enti di ricerca e dei partner finanziari.
Il Made in Italy ha tutte le carte in regola per essere protagonista di questa trasformazione e per continuare a essere un punto di riferimento per la qualità e l’eccellenza dei suoi prodotti.