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Export made in Italy: fino al 2021, Emirati, Russia e Cina saranno i mercati più promettenti

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Le vendite italiane di prodotti belli e ben fatti (BBF) raggiungeranno i 15 miliardi di euro nel 2021, 4,5 miliardi in più rispetto ai livelli del 2015, con un aumento del 43% in sei anni.
Queste le stime nei trenta principali mercati emergenti individuati da “Esportare la dolce vita”, la ricerca – giunta alla settima edizione – presentata lunedì 2 Maggio a Milano dal Centro Studi Confindustria e da Prometeia.

Export made in Italy: i mercati più promettenti

 

Gli Emirati offriranno il maggior contributo alla crescita, seguiti dalla Cina e dalla Russia, che continuerà a perdere rilevanza. Seguono Polonia, Turchia, Arabia Saudita, Messico e Sud Africa.

Nel 2021 i trenta nuovi mercati importeranno dall’Italia quasi quanto fanno oggi Germania e Francia insieme.
Un contributo importante verrà dalla domanda della classe benestante: in tutto il mondo ci saranno 212 milioni di “nuovi ricchi” in più nel 2021 rispetto al 2015, persone con un reddito lordo pro-capite pari a 35 mila dollari.
La metà di essi risiederà nei principali centri urbani di Cina e India, ma la classe benestante si sta ampliando anche in paesi molto vicini all’Italia, come per esempio la Polonia. È proprio grazie allo sviluppo di questa classe benestante che l’export BBF è salito dai 7,6 miliardi del 2010 ai 10,4 miliardi del 2015. E questa tendenza proseguirà.

 

Export made in Italy: i prodotti belli e ben fatti (BBF)

 

I prodotti del bello e ben fatto (BBF), sono i beni di consumo di fascia medio-alta che si contraddistinguono per il design e la qualità dei materiali e delle lavorazioni. Tutto il meglio del made in Italy, quindi.

La ricerca analizza in particolare l’andamento dei settori alimentare, con focus su salumi e vini, bevande spiritose e aceti (VSA), arredamento, abbigliamento e tessile casa, calzature, occhialeria e oreficeria-gioielleria.
Nel 2021 le importazioni di BBF italiani del settore alimentare arriveranno a 2,8 miliardi di euro, 598 milioni in più rispetto al 2015.
I settori trainanti saranno i salumi, l’abbigliamento, l’arredamento e calzature.

L’edizione 2016 di “Esportare la dolce vita” si concentra per la prima volta anche su due settori che sono vetrine di promozione dei prodotti “belli e ben fatti”.
Il settore alberghiero italiano di fascia alta, che rappresenta per il visitatore straniero una porta di accesso al made in Italy, e la nautica, considerata dai consumatori dei nuovi mercati come opportunità di ostentare il proprio status.

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